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Per combattere lo spopolamento l'amministrazione civica stacca un assegno di mille euro per ogni lie
Invertita la tendenza: Ollolai festeggia dodici nuovi nati
«Non credo che l'incremento delle nascite sia dovuto al premio - ride il sindaco Efisio Arbau - Il nostro è un segnale di attenzione per le coppie che decidono di crescere i loro figli nel nostro paese».
OLLOLAI Giovannina Mazzette è una delle mamme militanti che hanno cambiato l'aria dell'ufficio anagrafe del Comune, rassegnato ormai da decenni alle caselle vuote del registro nuovi nati. Trentaquattro anni, due figli (l'ultimo di neanche un mese), un lavoro da pedagogista part-time, è una sostenitrice convinta del piccolo borgo, «dove la qualità della vita è ottimale, soprattutto per i bambini».
Sono dodici i nuovi nati quest'anno a Ollolai, altri due arriveranno entro dicembre. Una benedizione per un paesino di 1500 abitanti avvilito dallo spopolamento, dove nel 2007 sono stati soltanto 4 i fiocchi appesi al portone e l'amministrazione comunale cerca di salvare il salvabile scommettendo sulle giovani coppie. Nei giorni scorsi, la giunta ha deliberato la concessione di un assegno di mille euro per ogni bimbo; un bonus per ciascuna famiglia che appende un nastro rosa o azzurro. «Non credo che l'incremento delle nascite sia dovuto al premio - ride il sindaco -. Il nostro è un segnale di attenzione per le coppie che decidono di far nascere e crescere i loro figli nel nostro paese». Efisio Arbau, 44 anni, avvocato, non è tipo da proclami con effetti speciali. «In comunità piccole come le nostre - spiega - è inutile fare grandi progetti su turismo e chissà che altro. Occorre incentivare la gente a restare, e lo si può fare soltanto garantendo una buona qualità della vita».
CASA E FAMIGLIA Intanto, il Comune ha acquistato tre vecchie abitazioni nel centro storico per ricavarne cinque appartamenti. «L'idea - dice Arbau - è quella di assegnarli a canone moderato ad altrettante famiglie». Quindi i servizi per la famiglia. «C'è la ludoteca, aperta anche d'estate con un orario che viene concordato con i genitori», sottolinea il primo cittadino. C'è poi il grosso contributo dato dal Comune alla scuola materna parrocchiale, «e questo per permettere alle famiglie di pagare una quota molto bassa». Trenta euro, infinitamente meno che in qualunque altro asilo.
SCUOLA DI FRONTIERA Suor Maria Giulia Vinci, delle Ancelle della Sacra Famiglia, è la direttrice della scuola per l'infanzia di Ollolai, un caseggiato in via Repubblica col giardino, il grande salone per i giochi, le aule luminose e il refettorio arredato a misura di bambino, metodo Montessori, minuscoli tavoli e piccole seggioline. Sono 33 i piccoli iscritti, divisi in tre classi per una sola sezione. «Quest'anno dodici bambini sono andati in prima elementare, mentre i nuovi ingressi sono stati nove», spiega la religiosa. Due le suore che lavorano in classe, più una maestra laica. «La ripresa delle nascita finalmente c'è, e questo - sottolinea l'insegnante Giovanna Bussu - ci fa ben sperare». In ludoteca sono 25 i ragazzi iscritti che trovano aperto anche il sabato dalle 9 alle 12. Michelina Daga, 31 anni, è una delle due operatrici. «La filosofia del nostro servizio è venire incontro non solo ai bambini ma anche alle famiglie. Per questo - sottolinea - decidiamo orari e giorni d'apertura soprattutto in base alle richieste».
IL NIDO DEI DESIDERI Per Cristina Bussu, 29 anni, un figlio di sei mesi, quel che manca in paese è un asilo nido. «Per noi che abbiamo bimbi sotto i tre anni, sarebbe una salvezza. Certo - sottolinea - c'è la rete familiare che ti viene incontro, tra nonne e zie, ma una mamma non può sempre fare affidamento sulla disponibilità degli altri. E comunque, è giusto che i nostri figli stiano con i coetanei fin da piccolissimi». Ollolai è uno dei piccoli centri dove elementari e medie sono state salvate dalla mannaia della riforma. Alla scuola primaria il peggio è stato evitato con la creazione di una pluriclasse, terza (tre alunni) e quarta (sei) insieme. «Un miracolo», dice Pietro Masuri, 42 anni, dirigente dell'Istituto comprensivo che conta 400 iscritti in tutto e unisce le scuole di Ollolai, Gavoi e Lodine. «Portiamo avanti un continuo lavoro di raccordo col Comune e le associazioni, ma soprattutto con le famiglie». Il tempo pieno (40 ore settimanali con cinque rientri pomeridiani) è una delle soluzioni prese d'intesa tra l'istituto e i genitori degli allievi di due classi. L'istituto comprensivo assicura inoltre anche la presenza di uno psicologo. «Un supporto importantissimo. I servizi ci sono, e credo che - sottolinea il preside - se le famiglie avessero la certezza di poterci contare, da qui non andrebbero mai via».
PIERA SERUSI fonte:UNIONESARDA.IT