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S’Istrumpa, la “Back Hold” di casa nostra.
Leopold Wagner, il pioniere della linguistica sarda traduceva il termine “istrumpa” dal verbo “istrumpare”, cioè buttare a terra rumorosamente. Insieme con la scherma tradizionale (o scherma antica o storica, ndr.) e con la lotta greco romana S’Istrumpa è la più nota arte marziale italiana. Perché non solo quelle orientali sono arti marziali.
S’Istrumpa, a differenza delle altre arti marziali nostrane, è salita alla ribalta solo recentemente, grazie a una vera e propria opera di riesumazione da parte di alcuni appassionati della Barbagia, Ollollai in particolare. Solo da una decina d’anni, infatti, il CONI ha potuto riconoscere questa disciplina che dalla fine degli anni Sessanta stava finendo nell’oblio. Gli anni del “boom” italiano corrisposero con il disgregarsi delle società agricole tradizionali e la perdita di costumi di vita connaturati a quel sistema sociale.
Ma grazie ai racconti degli anziani ed alla nascita di nuovi appassionati, tra i quali Piero Frau, avviene una svolta importante. Nel 1985 Frau, attuale presidente della Federazione sarda de S’Istrumpa e i nuovi appassionati, codificano un regolamento scritto per i nuovi tornei che a mano a mano si organizzavano. Decisione importante, giacchè fino ad allora le regole si erano tramandate oralmente. Dal 1995 la federazione sarda de S’Istrumpa compete a livello internazionale all’interno della Federazione internazionale delle Lotte Celtiche. Si è infatti scoperto che, più che ad assomigliare alla lotta greco romana, S’Istrumpa ha molte cose in comune con la “Back Hold” (presa di mani da dietro, ndr.), antica lotta scozzese. Sembra così accertata un’origine più antica della lotta greco romana. Molto probabilmente questo tipo di lotta, o qualcosa di simile, accompagnava lo stile di vita bucolico delle genti dell’entroterra isolano. Forse già dall’età nuragica, passando per l’età romana ed il medioevo, per giungere fino ai giorni nostri. La funzione sociale di queste lotte era, come ora, di creare una gerarchia di gruppo, se non anche di dirimere controversie che altrimenti avrebbero potuto portare a conseguenze fatali per i contendenti.
In occasione delle feste campestri per la trebbiatura, la tosatura delle pecore e le vendemmie, si dava avvio a questi tornei. Si metteva alla prova la forza, la tecnica, la scaltrezza, l’agilità e l’equilibrio degli uomini barbaricini. Piero Frau da anziano “gherradore” (letteralmente, guerreggiatore o guerriero, ndr.) ci ricorda però che forza e tecnica vanno accompagnate necessariamente dalla resistenza allo sforzo. Nel giro di pochi secondi l’opporsi di due forze rende indispensabile non andare in debito d’ossigeno. La preparazione del “gherradore” deve così improntarsi sul fiato, che Frau ci dice, viene fatto partecipando alle lunghe camminate della caccia. Un suggerimento per un allenamento duro ma dai sicuri risultati potrebbe essere: caccia grossa, cioè al cinghiale, nel ruolo del battitore. E’ il compito più impegnativo fisicamente. Camminare nelle campagne impervie insieme ai cani per scovare la selvaggina, per circa dieci ore, escludendo le pause, è uno sforzo non inferiore al “trekking” degli appassionati della montagna. In certe situazioni ci si può trovare costretti a camminare anche aiutandosi con le mani, aggrappandosi ai rami di cisto, mirto o lentischio nei punti più ripidi e scivolosi.
Chi durante il periodo estivo o delle festività si trovasse a bordo dei traghetti che collegano la Sardegna con la penisola, potrebbe capitargli di vedere dei sardi, studenti o lavoratori pendolari o ancora emigranti di rientro per le feste, che giocano a S’Istrumpa. Se sono impegnati in un abbraccio “faticoso” e continuo, nell’intento di sbilanciare o proiettare a terra l’altro, allora i due stanno “istrumpando”. Può anche darsi che per questi amatori la competizione sia accompagnata da qualche bevuta in più, tanto per aggiungere al gioco un’altra gara tipica della “valentia” barbaricina: la capacità si saper reggere gli alcolici. Non si allontana dalla realtà chi nota nella presa dei “gherradores” qualcosa d'istintivo e ancestrale, osservabile nelle lotte tra i bambini. Questo carattere così arcaico della lotta fa pensare a una sua origine già nell’età nuragica, cioè quasi 4000 anni fa. Un bronzetto ritrovato sul Monte Arcosu a Uta, sembra immortalare il momento dell’atterramento nell'Istrumpa. La sapienza tecnica di Frau ci fa notare come, però, le prese non corrispondano a quella de S’Istrumpa attuale.
Tuttavia certe somiglianze fanno ipotizzare un’origine comune. D’altronde oltre a S’Itrumpa, gli anziani ricordano le lotte a “sas francas” e “a brazzos”, tecniche in cui le prese si effettuavano ai baveri delle giacche ed alle braccia. Infine non è superfluo ricordare come in tante discipline sportive si sono avuti cambiamenti che hanno modificato di fatto la natura dello sport. Dal calcio con la regola del fuorigioco, alla pallavolo con le nuove regole sulla ricezione della palla, vediamo piccoli cambiamenti che possono cambiare i valori qualitativi dell’atleta più adatto. Per rimanere all'Istrumpa, la regola dei tre atterramenti su cinque, introdotta nella codificazione del 1985, di fatto modifica la logica della tradizione, dove la vittoria era sancita per sfinimento dell’avversario.
Sorprendente come accennato, è la somiglianza dell’Istrumpa con la “Back Hold”, soprattutto quando si pensa alla distanza temporale e geografica dei luoghi dove erano praticate. A livello di tornei internazionali, i “gherradores” sardi competono con gli scozzesi nella stessa disciplina a sottolineare questa strana coincidenza. Le differenze sembrano sussistere: nell’assegnazione del punteggio, dove per gli scozzesi è sufficiente porre in ginocchio l’avversario, o anche costringere l’avversario a mollare la presa. In secondo luogo nella presa che è caratterizzata, per entrambe le discipline, da un abbraccio che prevede il passaggio di un braccio sotto l’ascella dell’avversario e l’altro sopra la spalla dello stesso avversario. A questo punto le mani si congiungono dietro la schiena dell’avversario con una presa che per gli scozzesi si può fare soltanto con le dita, mentre i sardi hanno la possibilità chiudere afferrando il polso dell’altro braccio.
Il “gherradore” più famoso è Franco Columbu ,più che altro per essere stato campione mondiale di “Body Building”, oltre ad essere compagno ed amico di Arnold Shwarzenegger. Nativo di Ollollai, classe 1941, prima di trasferirsi negli Stati Uniti Columbu, già amico di Piero Frau, era un “gherradore” distintosi per la sua forza nei tornei che erano organizzati durante le visite di leva. Recentemente durante un “tour” dimostrativo, Columbu facendosi portavoce di Frau ha voluto impartire una prima lezione d’assaggio al “Terminator”, governatore della California. L’attore si è subito dimostrato entusiasta per questo “abbraccio faticoso” di un vecchio amico e compagno di allenamenti.
FONTE:http://www.mondomarziale.org