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Ollolai In cantiere nuove iniziative
Altro che abbattuti e frustrati, i pastori del Copas dopo la comunicazione dell'antitrust che ha di fatto riconosciuto l'esistenza di un cartello industriale ma non ha disposto alcun provvedimento nei confronti degli industriali caseari, affilano le armi. «Quanto dice l'autorità fotografa la situazione denunciata - precisa il legale del Copas - sarà nostro compito fare emergere la sostanziale violazione delle norme che disciplinano il libero mercato». L'antitrust ha infatti come «l'evidente squilibrio di potere contrattuale fra pastori e caseari può determinare un effetto redistributivo a favore degli industriali».
Un'analisi che Priamo Cottu, portavoce del comitato di Ollolai commenta così: «Sono sconfitti dalla storia, noi ci uniremo nelle organizzazione dei produttori e per i furbi industriali non ci sarà più spazio». Poi attacca: «È la solita e scontata risposta del sistema che deve auto assolversi con un colpo alla botte ed uno al cerchio. Invece di decidere di attivare una seria istruttoria per verificare i fatti, si decide di chiamare gli industriali a rapporto, sgridarli per poi spiegare al mondo che il prezzo unico lo decidono le associazioni di categoria in accordo con gli industriali. È evidente che non ci stiamo e chiederemo con il nostro legale di essere immediatamente sentiti dall'autorità; prima soli e poi in contraddittorio con gli industriali». La linea è decisa. «La nostra è una battaglia seria, fatta di numeri e fatti concreti, non ci possono liquidare con un romano volemose bene - precisa Cottu - anche perché la nostra sopravvivenza è data dalla cancellazione dei privilegi industriali». La manifestazione tenuta a Roma lo scorso dicembre aveva tranquillizzato i pastori sardi, che si erano visti riconoscere dall'autorità la verosimiglianza delle loro istanze. «Cosa è cambiato dal mese di dicembre ad oggi? - si interroga Tore Concas di Ovodda - La nostra domanda di giustizia non può essere lasciata cadere ed anche il riconoscimento parziale dell'abnorme ruolo degli industriali non ci soddisfa. Comunque, per i caseari scocca l'ora della fine economica: i pastori lavorano concordi per la riuscita delle organizzazioni dei produttori».
Nei prossimi giorni è prevista un'immediata riunione dello stato maggiore per preparare la mobilitazione. Dal punto di vista tecnico legale è già in campo un'istanza nella quale si chiede la convocazione di una delegazione a Roma. Per i pastori una questione di principio il voler affrontare pubblicamente il confronto con coloro che ritengono responsabili «di fare cartello alla luce del sole, con un prezzo unico di acquisto del latte che neanche nei sistemi sovietici era possibile immaginare. L'autorità garante dovrà spiegarcelo di persona che gli industriali, nonostante tutto, siano dei benefattori».
fonte unonesarda.it MICHELE ARBAU